Eurogendfor: un chiarimento è d'obbligo

Eurogendfor: un chiarimento è d’obbligo


Periodicamente appaiono, sui principali social network, notizie decisamente allarmanti circa il possibile scioglimento della nostra Benemerita Arma dei Carabinieri e sulla sua possibile incorporazione nella famigerata Eurogendfor, forza di gendarmeria europea, alla quale – sempre attraverso i social – vengono attribuiti poteri inquietanti, ben oltre la legalità.

 Di seguito, per chiarirvi le idee su ciò a cui ci stiamo riferendo, vi proniamo alcun tweet d’esempio:

 

Ci sembra doveroso pubblicare una nota di precisazione a riguardo, reperita sul sito istituzionale dell’Arma (www.carabinieri.it) e scaricabile in originale a questo link.

 

N O T A

Recentemente sono state diffuse on-line notizie che annunciano lo scioglimento dell’Arma e il suo assorbimento da parte della Forza di Gendarmeria Europea (Eurogendfor o EGF).
Tali informazioni sono destituite di ogni fondamento. Infatti, Eurogendfor (www.eurogendfor.org) è un Comando multinazionale situato in Vicenza (presso la Caserma Chinotto), composto da poche decine di unità in rappresentanza degli Stati aderenti, cui vengono assegnate forze esclusivamente per missioni specifiche, su richiesta di organizzazioni internazionali (Unione Europea, NATO, Nazioni Unite, OSCE, … etc) e previo assenso degli Stati interessati.
EGF opera per la gestione delle crisi ( in ambienti molto instabili fuori dai confini dell’Unione Europea) e può essere utilizzata in operazioni per favorire la ricostruzione dei corpi di Polizia di Paesi che escono da un conflitto ovvero da situazioni di grave destabilizzazione interna, nell’ambito del processo di ricostruzione di apparati statali (nello specifico quello delle Forze di polizia).
Di EGF fanno parte le forze di polizia ad ordinamento militare dell’UE e, in particolare, oltre all’Arma dei Carabinieri, la Gendarmeria Nazionale francese, la Guardia Civil spagnola, la Guarda National Repubblicana portoghese, la Marecausussèe olandese e la Jandarmeria romena. La Jandarma turca è solo “Osservatore” in quanto la Turchia non è ancora un Paese membro dell’UE. Il Public Security Service lituano e la Gendarmeria Militare polacca sono invece “partner” di EGF poiché sono corpi militari di Paesi membri dell’Unione Europea con limitate competenze di polizia (ovvero possono svolgere tali funzioni solo in casi eccezionali).
EGF è nata dalla esperienza acquisita dai Carabinieri e dalle Gendarmerie Europee nelle missioni internazionali e rappresenta uno strumento particolarmente efficace per intervenire in aree di crisi caratterizzate da una gravissima situazione della sicurezza, soprattutto laddove le attività di ricostruzione siano coordinate da un’Autorità militare (basti pensare all’Afghanistan ovvero all’Iraq dove la NATO ha
svolto e sta svolgendo un importante ruolo di ristabilimento dell’ordine e della pacifica convivenza).
La Forza di Gendarmeria Europea è stata impiegata, per la prima volta, dal 2007 al 2010, nell’operazione dell’Unione Europea in Bosnia EUFOR Althea, a supporto della polizia bosniaca. Nel 2010, dopo il disastroso sisma che ha colpito l’isola di Haiti, EGF è stata schierata nell’ambito della missione ONU MINUSTAH, ove ha operato con circa 200 unità, addestrando la Polizia haitiana e contribuendo al
mantenimento dell’ordine pubblico in vista delle elezioni presidenziali.
Dal dicembre del 2009 EGF è impiegata anche in Afghanistan, all’interno della missione ISAF e della missione addestrativa dell’Alleanza Atlantica (NATO Training Mission – Afghanistan, NTM-A) per la formazione, l’addestramento e la consulenza delle forze di polizia afgane.
Eurogendfor non è quindi una struttura sovranazionale destinata ad assorbire le forze di polizia dei Paesi che vi fanno parte.
Ogni Nazione che partecipa ad EGF decide, di volta in volta, se partecipare e in quale misura alle missioni assegnate.
La partecipazione ad eventuali operazioni internazionali avviene previa autorizzazione dei rispettivi Governi e Parlamenti la cui sovranità nazionale è pienamente salvaguardata dal trattato istitutivo, firmato a Velsen (Olanda) il 18 ottobre 2007 e ratificato dall’Italia con la legge n. 84 del 2010.

Con la pubblicazione di questa nota, vista l’autorevolezza della fonte, speriamo di aver minimamente contribuito alla diffusione di informazioni corrette, nel pieno rispetto dei nostri lettori.

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